Trekking sull’Appennino Bolognese a Castiglione dei Pepoli
La montagna restituisce sempre una grande tranquillità interiore, per questo molti la amano profondamente. Ogni giornata che si passa camminando tra boschi, valli e pendici spazza via i pensieri negativi e restituisce il sapore autentico delle cose. Ed è il motivo per cui consigliamo di partecipare a un trekking sull’Appennino Bolognese per regalarvi una giornata di immersione nella natura.
Una natura, quella dell’Appennino, che piace molto perché ancora preservata, grezza, vera, una natura che ricorda molto quella delle montagne del Friuli.
Come organizzare il trekking sull’Appennino Bolognese
L’appuntamento per iniziare il trekking sull’Appennino Bolognese è a Castiglione dei Pepoli, nel piccolo centro di questo borgo dove è anche possibile prenotare una guida naturalistica locale, così da scoprire, durante la camminata, anche storia, tradizioni, botanica, detti popolari.
Castiglione non è solo un piacevole borgo di montagna situato tra Emilia e Toscana ma un paese dalla forte identità, noto già ai tempi degli Etruschi e dei Romani, terra di confine tra Bizantini e Longobardi prima, possedimento dei signori locali poi, fino a diventare punto di passaggio della linea Gotica. Il suo periodo d’oro è stato indubbiamente quello che va dal 1400 al 1800 circa, quando la città è passata sotto il dominio della famiglia Pepoli da cui prese (anzi cambiò) il nome. Di quell’epoca sono il palazzo municipale, l’antica residenza di famiglia, contornato da mura e un po’ tutta l’urbanistica di Castiglione.
Cosa vedere a Castiglione dei Pepoli
Il trekking a Castiglione dei Pepoli però è anche un’occasione speciale per capire la cultura e le tradizioni dell’Appennino, profondamente legate alla montagna e a quello che da secoli offre ai suoi abitanti: sostentamento, lavoro, rifugio.
Si capisce bene quando dal paese si inizia a imboccare il sentiero che vi porterà a Monte Baducco, la meta, alle pendici del Monte Gatta. Si attraversa un bosco di castagni, per secoli la principale fonte di sostentamento della popolazione locale con la sua preziosa farina, per poi trovarvi circondati da faggi, preziosi per la legna e la carbonificazione di cui gli abitanti di Castiglione erano specialisti.
Un equilibrio perfetto tra uomo e natura, tra la necessità di reperire le risorse e il rispetto per l’ambiente, un delicato rapporto che oggi abbiamo in gran parte perso. Camminando lungo il sentiero si trovano ancora antiche carbonaie che ricordano la lunga tradizione di queste terre.
Monte Baducco e il Rifugio Ranuzzi Segni
Si può anche organizzare una breve sosta tra le sparute case di Monte Baducco nella più completa tranquillità. Dagli anni ’70 l’Appennino è tornato ad abitare la sua antica casa grazie a programmi specifici di tutela. In Appennino, inoltre, si trovano oltre 70 specie diverse di orchidee selvagge, che si possono ammirare durante il trekking. Per l’ultima sosta si può scegliere di dirigersi verso il rifugio Ranuzzi Segni, ristrutturato e dato in gestione alla sottosezione del CAI.
C’è un percorso assolutamente da non perdere, inaugurato da poco: la Via della Lana e della Seta, un trekking che permette di attraversare le bellezze naturali dell’Appennino tosco-emiliano congiungendo due città storicamente importanti come Bologna, capitale della seta, e Prato, presidio commerciale della lana e del tessile.